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Zoé Brunet-Jailly

Zoé Brunet-Jailly è un'artista francese nata nel 1991, che oggi vive e lavora a Parigi. Utilizza colori a olio e immagini generate al computer, di solito nello stile di un ritrattista, per catturare la complessità della memoria e della creazione algoritmica. Le sue opere sono anche colorate dai diversi stati d'animo che si trovano su Internet, tra cultura popolare e miti antichi. Il suo avatar, Ellie Hedden (apparsa nel 2014), le permette di creare i suoi "Hyperdreams", mondi ricostruiti popolati da volti inventati. Le sue opere sono state esposte al Refraction Festival, alla Miami Art Week e alla Jeune Création 69.

Serie R.P.G.

Questi tre dipinti fanno parte di una serie chiamata R.P.G., un acronimo usato per indicare un gioco di ruolo in cui si incarna un personaggio che può evolvere nel corso di una missione. In questi dipinti assumiamo una variante di Mathilde, un'amica diventata personaggio, che esplora un mondo popolato da miti e cospirazioni attuali. Si dà il caso che il suo nome significhi "forza in battaglia".

In Residual Phone Ghost, l'orologio segna le 4.10 del mattino, ovvero la fine della finestra temporale nota come "ora delle streghe". Queste ore sono diventate le più propizie per i fenomeni paranormali più potenti. Sul telefono, una stringa di numeri, uno dei numeri preferiti dagli abitanti dell'aldilà (al pari delle stringhe di 9 e 8). E nel muro, un visitatore.

Le leggi di Roy

In questo dipinto, Ellie apre una tenda e guarda una scena. La tenda non è realmente colorata, né realmente illuminata. È una tenda, come l'immagine di una tenda. Ellie sta guardando, nei suoi ricordi, una scena di un film. Sta guardando attraverso se stessa. È un'immagine, una proiezione di ciò che potrebbe essere l'azione mentale di guardare un ricordo, di proiettarsi in una storia, di guardare dentro una creazione mentale. Come immaginare di guardare, di vedersi guardare un ricordo, il ricordo di una scena di un film, una scena di un film che diventa il ricordo. Il ricordo di un ricordo.

La scena è importante perché contiene nella sua essenza ma anche perché non mostra. Ancora una volta, credo che sia il risultato di una pittura che è sfuggita, che ha deciso da sola.

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