Vladimir VELIČKOVIĆ
Nato a Belgrado nel 1935. È morto nell'agosto 2019. Si è laureato alla Facoltà di Architettura di Belgrado nel 1960 e ha esposto per la prima volta nel 1951. Nel 1963 ha tenuto la sua prima mostra personale a Belgrado. Nel 1965 vince il premio di pittura alla Biennale di Parigi e l'anno successivo si trasferisce a Parigi. Nominato professore all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi nel 1983, Vladimir Velickovic vi ha insegnato per diciotto anni. Nel 2009 ha istituito il Fondo Vladimir Velickovic per il disegno, che premia i giovani artisti serbi. Membro dell'Accademia serba delle scienze e delle arti. Membro dell'Accademia di Belle Arti dell'Institut de France. Membro dell'Accademia macedone delle scienze e delle arti. Commandeur des Arts et des Lettres. Cavaliere della Legione d'onore.
Da bambino, testimone delle atrocità commesse dai nazisti in Jugoslavia, dedica la sua pittura alla rappresentazione del corpo umano, che per lui è un campo di indagine inesauribile. All'inizio degli anni Sessanta stabilisce i temi che caratterizzeranno in modo permanente la sua opera. Dipingeva uomini o animali (di solito ratti o cani) i cui corpi si confrontavano con situazioni drammatiche e terrificanti. I dipinti di Vladimir Velickovic sono inquietanti: paesaggi desolati, orizzonti bloccati, visioni di guerra e carneficine formano un universo macabro e aggressivo, in cui le rappresentazioni del mondo e del corpo umano sono illustrazioni della sofferenza inflitta all'uomo dall'uomo.
Il lavoro di Vladimir Veličković è stato presentato in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo e ha ricevuto diversi premi prestigiosi per il disegno, la pittura e l'incisione, tra cui il primo premio alla Biennale di Parigi del 1965. Il suo lavoro è stato e continua a essere studiato da importanti storici dell'arte, critici e poeti come André Velter, Alain Jouffroy, Jean-Luc Chalumeau, Marc Le Bot e Michel Onfray. Tra i numerosi musei che possiedono opere del pittore serbo vi sono il Centre Pompidou e il MacVal. Nel 2011 gli è stata dedicata una bella retrospettiva dal titolo "Les versants du silence" presso gli Abattoirs de Toulouse (FRAC Toulouse). Nel 2029, la Fondation Leclerc dedicherà una retrospettiva alla sua opera.